Carlo Farini, politico e antifascista

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Prorogata la mostra per ricordare Carlo Farini (1895- 1974)

Carlo Farini, politico e antifascista

A cinquant'anni anni dalla morte dell'on. Carlo Farini, in bct ne ricordiamo la figura con una mostra documentale allestita nella sala Pietro Farini. La mostra è stata prorogata fino al 29 marzo ed è visitabile in orario di apertura della biblioteca.


Carlo Farini, nato a Ferrara il 27 febbraio 1895, figlio di Pietro, è stato uno dei protagonisti più in vista della politica e dell’antifascismo ternani e umbri. Ancora giovane, nel gennaio del 1921, a Livorno, a differenza del padre, aderì alla costituzione del Partito Comunista d’Italia e, subito dopo, per contrastare la violenza dello squadrismo fascista, a Terni promosse la formazione degli Arditi del Popolo. Perseguitato, riparò a Roma, dove divenne il primo segretario di quella Federazione. Incarcerato a Regina Coeli, ne uscirà per l’amnistia varata dal regime a favore degli assassini di Giacomo Matteotti, ma fu costretto a emigrare clandestinamente, prima in Francia e poi a Mosca, dove frequentò con Armando Fedeli la Scuola di Partito e lavorò come operaio.
Partecipa quindi alla guerra civile in Spagna, dove dirige Radio Libertà. Dopo la sconfitta dei repubblicani, come tanti altri passa i Pirenei e finisce recluso nel campo di concentramento di Vernet. Consegnato alle autorità fasciste, viene condannato al confino e dopo la caduta di Mussolini, si trasferisce in Liguria, dove è comandante delle Brigate Garibaldine del Savonese e dell’Imperiese; farà poi parte del Triunvirato insurrezionale che porterà alla liberazione di Genova dai tedeschi e dai fascisti della Repubblica Sociale.
Tornato finalmente a Terni, viene eletto nel 1946 all’Assemblea Costituente e poi, nel 1948, alla Camera dei Deputati, ove sarà riconfermato nel 1953, l’anno della “legge truffa”, contro la quale si batte orgogliosamente in aula. Forte è anche il suo impegno contro le violenze dello scelbismo – vedi lo scontro in aula per accertare la verità sulla morte di Luigi Trastulli il 17 marzo 1949 – e contro i licenziamenti del 1952-1953 alla Società Terni. A fine mandato, nel 1958, gli subentrerà il genero, l’avvocato Alberto Guidi, che si era conquistato una fama come difensore di ex partigiani e mezzadri.
Gli ultimi anni, dedicati al Partito e all’ANPI, li trascorrerà tra Terni, Imperia e Roma. Qui morirà il 30 gennaio 1974.