Fratellino

0

Quando il consiglio di lettura viene da Papa Francesco

Fratellino

Il libro ‘Fratellino’ di Amets Arzallus Antia e Ibrahima Balde, pubblicato nel 2021 dalla casa editrice Feltrinelli, ha avuto una grande eco negli ultimi giorni, dopo che Papa Francesco ne ha consigliato la lettura in una intervista televisiva e, in occasione della 77esima assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, ne ha regalato una copia ai vescovi italiani. ‘Fratellino’ è la storia vera del viaggio di Ibrahima Balde dalla Guinea ai Paesi Baschi. Una narrazione che porta il lettore in un altro mondo, con usi, costumi, linguaggi e territori molto lontani dai nostri e racconta di esperienze che neanche minimamente potremmo immaginare di vivere.
È per la ricerca del fratello piccolo, partito con l'intenzione di raggiungere l'Europa e mai arrivato, che Ibrahima Balde lascia la Guinea, il lavoro di apprendista camionista, per intraprendere un viaggio che non aveva intenzione di fare, ma che è comune a migliaia di africani. Il romanzo è la cronaca, lucida ed essenziale, della vita di Ibrahima Balde, da lui stesso raccontata, e trascritta dal poeta Amets Arzallus Antia. 
Non ho avuto il tempo di imparare a scrivere. Se mi dici Aminata, so che inizia con la A, se mi dici Mamadou, penso che inizi con la M. Però non chiedermi di costruire una frase intera, perché appena comincio mi ingarbuglio. Piuttosto, portami un attrezzo, per esempio una chiave di quelle che si usano per aggiustare i camion, e lasciala su quel tavolo. “Questa è del tredici” oppure “è del quattordici”.  Anche se tu coprissi il tavolo di chiavi e mi bendassi gli occhi, dopo averla presa in mano, ti direi: ”Questa è dell’otto” (nella prima pagina del libro).
Una voce che squarcia il silenzio sulla tragicità del problema delle migrazioni, un racconto ‘inenarrabile’ sul dolore, la fatica, la paura della traversata del deserto, il traffico dei migranti, la prigionia, le torture, la polizia, il viaggio in mare, la morte. Una narrazione talmente ferma e forte che, alla fine, è un inno alla vita, anche quando si conoscono la fame, la sete e la sofferenza. Esistono mille motivi e mille storie per cui un uomo, una donna, un bambino lasciano il loro paese, la loro terra e decidono di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Solo dopo aver visto e conosciuto la disumanizzazione delle loro morti, espulsioni, vite illegali, forse, può crollare il muro dell’indifferenza che ha cinto le nostre vite e i nostri cuori. 
Il libro lo trovi in sala Infodivulgazione tra i libri di Scienze sociali relativi alle migrazioni dei popoli alla collocazione DIV 304.82.ARZ.1. Perché l’abbiamo posto tra le scienze sociali e non in narrativa? Perché il contenuto non è soltanto una narrazione di memorie, ma molto, molto di più.
MRC